Venticinque anni fa, per la precisione il giorno 11 aprile 1987, veniva tragicamente meno Primo Levi, uno dei più grandi italiani del Novecento. La Società Italiana per lo studio dei rapporti tra Scienza e Letteratura (SISL) e la Società Italiana di Storia Filosofia e Studi Sociali della Biologia e della Medicina (BIOM), insieme alla Provincia di Pistoia, alla Biblioteca San Giorgio e all'Associazione Amici di Groppoli hanno organizzato una giornata di studi in memoria dello scrittore torinese. Il tema scelto è uno dei più interessanti che ha meritato in questi ultimi anni un ampio dibattito: quello dei rapporti tra Levi scrittore e Levi scienziato. L’incontro di queste due figure professionali e delle rispettive ‘mentalità’ ha fatto di Levi uno degli intellettuali più originali e esemplari del secolo scorso, ma ha anche aperto una prospettiva unica relativamente alla tragica storia dell’Olocausto, di cui gli studiosi invitati sono interpreti di statura internazionale.
In una intervista poco nota, cui il filosofo Arnold Davidson ha dedicato una particolare attenzione, Levi diceva che “ognuno ha vissuto il lager a suo modo”, e che al centro della sua esperienza ci sono stati “la curiosità, l’interesse scientifico, l’interesse antropologico di un modo di vivere completamente diverso, che era un fattore di arricchimento e di maturazione”, al punto da pensare al lager come a “una specie di università”. Massimo Bucciantini ha colto con grande acutezza che Levi ha finito per raccontare il lager come si trattasse di un esperimento mentale, del genere che si usa nella scienza sperimentale.
Altri, tra cui la giovane Martina Mengoni, hanno parlato di Levi “medico” nel lager, a proposito di un suo straordinario rapporto sull’igiene del campo, dove il letterato e una sorta di “medico senza frontiere” si incontrano mirabilmente.
Luigi Dei, chimico, ha infine colto gli aspetti materiali della memoria, per far capire che gli elementi “chimici” che compongono l’odio dell’Olocausto sono ancora presenti, “percepibili”, e che la scienza può costituire l’antidoto morale più efficace per dissolverli.
Saranno questi gli studiosi che, coordinati dal professore Alessandro Pagnini, lunedì 2 aprile alle ore 15.30 nell'Auditorium Terzani della Biblioteca San Giorgio, ricostruiranno di Primo Levi una memoria e un'immagine a 360 gradi, in cui letteratura, scienza ed etica costituiscono un’unità che attraversa le culture e vanifica le ideologie.