Drammatica situazione per l’agricoltura pisana. Cinque mila imprese agricole in ginocchio e diversi milioni di euro i danni stimati da Coldiretti dopo l’enorme quantità di acqua che si è abbattuta sabato nel pisano ed in Valdera, aggravando una già delicatissima e precaria situazione. Intanto la conta dei danni non è ancora finita e probabilmente andrà avanti sino a che le condizioni meteo non miglioreranno. “Un dato è certo – spiega Presidente Provinciale di Coldiretti, Fabrizio Filippi - ci troviamo di fronte ad una situazione di gravità straordinaria, che va affrontata dagli Enti preposti con la massima sollecitudine e con strumenti finanziari adeguati alla portata dell’evento”.
Intanto i meteorologi ricordano che in questo autunno-inverno è caduta una quantità di pioggia due volte e mezzo maggiore rispetto alla media degli ultimi trenta anni. E se non bastasse, a fare paura, ora arriva lo spettro del freddo annunciato dagli esperti per i prossimi giorni. E sarebbe il colpo di grazia anche per quelle coltivazioni, come l’olivo, che contraddistinguono la nostra agricoltura, il nostro paesaggio e la nostra alimentazione.
Ad oggi in tutta la provincia di Pisa sono decine di migliaia gli ettari di terreno allagati, che non potranno essere seminati, per non parlare dei raccolti ortofrutticoli completamente distrutti. “Che concedano anche agli imprenditori agricoli la cassa integrazione – provoca Simone Solfanelli, Direttore Provinciale Coldiretti - Facciamo diventare i nostri agricoltori cassaintegrati a tutti gli effetti e diamo loro la possibilità di sopravvivere. Con che andranno avanti le aziende agricole ora? I raccolti sono andati persi, i campi sono completamente affogati, e le aziende di cereali e seminativi che caratterizzano il pisano, circa un migliaio distribuite su 30 mila ettari, non potranno seminare ne raccogliere. Al pari degli aiuti all’industria dell’automobile, anche l’agricoltura reclama la dovuta attenzione per fronteggiare una crisi senza precedenti ”.
Coldiretti chiede ora che le Province si attivino per chiedere lo stato di calamità naturale che, a questo punto, “non può essere negato”: “E’ il minimo che si possa chiedere e sperare di ottenere, anche se – conclude Solfanelli – non basterà per far fronte ad un quadro tra i peggiori degli ultimi trenta anni. Anche l’agricoltura ha bisogno della cassa integrazione”.
Intanto i meteorologi ricordano che in questo autunno-inverno è caduta una quantità di pioggia due volte e mezzo maggiore rispetto alla media degli ultimi trenta anni. E se non bastasse, a fare paura, ora arriva lo spettro del freddo annunciato dagli esperti per i prossimi giorni. E sarebbe il colpo di grazia anche per quelle coltivazioni, come l’olivo, che contraddistinguono la nostra agricoltura, il nostro paesaggio e la nostra alimentazione.
Ad oggi in tutta la provincia di Pisa sono decine di migliaia gli ettari di terreno allagati, che non potranno essere seminati, per non parlare dei raccolti ortofrutticoli completamente distrutti. “Che concedano anche agli imprenditori agricoli la cassa integrazione – provoca Simone Solfanelli, Direttore Provinciale Coldiretti - Facciamo diventare i nostri agricoltori cassaintegrati a tutti gli effetti e diamo loro la possibilità di sopravvivere. Con che andranno avanti le aziende agricole ora? I raccolti sono andati persi, i campi sono completamente affogati, e le aziende di cereali e seminativi che caratterizzano il pisano, circa un migliaio distribuite su 30 mila ettari, non potranno seminare ne raccogliere. Al pari degli aiuti all’industria dell’automobile, anche l’agricoltura reclama la dovuta attenzione per fronteggiare una crisi senza precedenti ”.
Coldiretti chiede ora che le Province si attivino per chiedere lo stato di calamità naturale che, a questo punto, “non può essere negato”: “E’ il minimo che si possa chiedere e sperare di ottenere, anche se – conclude Solfanelli – non basterà per far fronte ad un quadro tra i peggiori degli ultimi trenta anni. Anche l’agricoltura ha bisogno della cassa integrazione”.