
Anche Ettore Severi, candidato Pdl alla presidenza della Provincia interviene sulla crisi Radicifil: “La gravissima vicenda occupazionale che ci ha travolto in questi giorni – dice Severi - con l’annunciata chiusura dell’impianto 'Radici' di Pistoia necessita della massima partecipazione attiva di tutti: istituzioni e parti sociali, non solo a livello provinciale ma anche e soprattutto a livello regionale e nazionale, devono collaborare per trovare una soluzione positiva a questo ennesimo corto circuito del sistema produttivo pistoiese.
In 10 anni di governo locale ho imparato che un amministratore più che portare solidarietà a buon mercato e passerelle a buon mercato deve per prima cosa approfondire i problemi – prosegue -, quindi, lavorare ad una soluzione concreta. Ho quindi sentito alcuni rappresentanti sindacali al fine di avere un quadro preciso della situazione e nei prossimi giorni mi unirò al presidio. Partendo dal presupposto che il gruppo Radici soffre da tempo di un pesante sbilancio con le banche pari a quasi metà del suo fatturato si possono comprendere le decisioni prese sugli altri stabilimenti del Nord Italia di riduzione del personale, ma non si può comprendere perché proprio Pistoia sia l’unica realtà a dover chiudere”.
E aggiunge: “Non vogliamo e non dobbiamo assistere passivamente ad un lento ed inesorabile tramonto della vocazione industriale di Pistoia, magari a favore di nuove speculazioni immobiliari sulle ceneri dell’area dove sorge la Radici. La vera sfida per il territorio è perciò quella di tentare un’operazione come avvenuto a Firenze per l'Electrolux, dove tutti gli attori istituzionali si sono adoperati per individuare nuovi investitori per una sana riconversione.
In tale prospettiva, oltre ovviamente per sollecitare Governo e Regione ad assicurare ogni sostegno sociale ai lavoratori – chiude - mi metto fin da subito a disposizione per dare il mio impegno personale e politico quale contributo collegiale alla definizione di una svolta a questa vicenda che vede tante famiglie senza lavoro e speranze per il futuro, in una situazione che appare purtroppo gravemente compromessa”.
In 10 anni di governo locale ho imparato che un amministratore più che portare solidarietà a buon mercato e passerelle a buon mercato deve per prima cosa approfondire i problemi – prosegue -, quindi, lavorare ad una soluzione concreta. Ho quindi sentito alcuni rappresentanti sindacali al fine di avere un quadro preciso della situazione e nei prossimi giorni mi unirò al presidio. Partendo dal presupposto che il gruppo Radici soffre da tempo di un pesante sbilancio con le banche pari a quasi metà del suo fatturato si possono comprendere le decisioni prese sugli altri stabilimenti del Nord Italia di riduzione del personale, ma non si può comprendere perché proprio Pistoia sia l’unica realtà a dover chiudere”.
E aggiunge: “Non vogliamo e non dobbiamo assistere passivamente ad un lento ed inesorabile tramonto della vocazione industriale di Pistoia, magari a favore di nuove speculazioni immobiliari sulle ceneri dell’area dove sorge la Radici. La vera sfida per il territorio è perciò quella di tentare un’operazione come avvenuto a Firenze per l'Electrolux, dove tutti gli attori istituzionali si sono adoperati per individuare nuovi investitori per una sana riconversione.
In tale prospettiva, oltre ovviamente per sollecitare Governo e Regione ad assicurare ogni sostegno sociale ai lavoratori – chiude - mi metto fin da subito a disposizione per dare il mio impegno personale e politico quale contributo collegiale alla definizione di una svolta a questa vicenda che vede tante famiglie senza lavoro e speranze per il futuro, in una situazione che appare purtroppo gravemente compromessa”.