
Diamo un anno di respiro alle piccole imprese pistoiesi, congelando il pagamento delle rate dei mutui. Sarà un modo concreto ed efficace per tenere sotto controllo gli effetti della crisi sul tessuto economico del nostro territorio, sostenendo al contempo tutte quelle famiglie che stanno dietro alle aziende artigiane e alle piccole e piccolissime imprese.
Mi rivolgo in particolare al sistema delle Bcc così come alla Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia, che per loro natura hanno un radicamento importante sul territorio e un forte impegno nei confronti delle imprese locali. Ma il mio appello si estende a tutti gli istituti di credito che vogliano e possano fare altrettanto.
Non è un progetto impossibile e c’è già un precedente per quanto riguarda la provincia di Prato: la Banca di credito cooperativo dell’area pratese è infatti riuscita ad avere il placet della Banca d’Italia per questo tipo di operazione e, stando alle notizie che abbiamo, già a maggio la disposizione dovrebbe essere attuabile e i pagamenti dovrebbero fermarsi.
E’ un precedente importante che ha preso corpo sulla scorta dell’azione di lobby promossa da tutti gli attori del mondo economico pratese per far convergere l’attenzione nazionale sulla provincia e sui problemi del comparto tessile. Ma il tessile non riguarda solo Prato. Non possiamo dimenticare che Agliana, Quarrata, Montale, Serravalle e tante altre realtà del nostro territorio provinciale finora hanno basato la propria economia quasi esclusivamente sulla produzione tessile conto terzi.
La crisi peraltro non morde soltanto il comparto moda, ma tutto il manifatturiero e numerose altre piccole realtà aziendali che sono la linfa vitale del nostro territorio.
Se vogliamo far sì che, superato questo difficilissimo momento, le nostre imprese possano ripartire, dobbiamo sostenerle adesso. E’ una pura questione di lungimiranza e buon senso. Solo se le imprese sopravvivranno, passata la bufera si potrà cominciare a ricostruire e rimettere in moto l’economia locale.
Per molte di queste aziende, basta veramente poco. Perché tanti problemi di liquidità vengono loro dai ritardi nei pagamenti da parte dei committenti privati e pubblici (sappiamo tutti che le amministrazioni locali pagano talvolta dopo più di un anno) o, magari, da investimenti fatti in tempi recenti. Il loro “merito creditizio” non è sufficientemente buono solo se ci fermiamo alla superficie. Ma questo non è il momento per fermare lo sguardo alla siepe che limita l’infinito.
Dobbiamo avere il coraggio e la forza, tutti insieme (istituzioni, associazioni datoriali e sindacali e istituti bancari), di andare oltre. Dobbiamo avere a Pistoia la stessa forza di fare sistema che hanno avuto i nostri vicini pratesi. Dobbiamo muoverci insieme per salvare il nostro tessuto economico.
Se aiutiamo le nostre aziende, aiutiamo anche le famiglie. E se aiutiamo aziende e famiglie a ripartire, aiutiamo anche le banche.
Ma facciamo presto.
Mi rivolgo in particolare al sistema delle Bcc così come alla Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia, che per loro natura hanno un radicamento importante sul territorio e un forte impegno nei confronti delle imprese locali. Ma il mio appello si estende a tutti gli istituti di credito che vogliano e possano fare altrettanto.
Non è un progetto impossibile e c’è già un precedente per quanto riguarda la provincia di Prato: la Banca di credito cooperativo dell’area pratese è infatti riuscita ad avere il placet della Banca d’Italia per questo tipo di operazione e, stando alle notizie che abbiamo, già a maggio la disposizione dovrebbe essere attuabile e i pagamenti dovrebbero fermarsi.
E’ un precedente importante che ha preso corpo sulla scorta dell’azione di lobby promossa da tutti gli attori del mondo economico pratese per far convergere l’attenzione nazionale sulla provincia e sui problemi del comparto tessile. Ma il tessile non riguarda solo Prato. Non possiamo dimenticare che Agliana, Quarrata, Montale, Serravalle e tante altre realtà del nostro territorio provinciale finora hanno basato la propria economia quasi esclusivamente sulla produzione tessile conto terzi.
La crisi peraltro non morde soltanto il comparto moda, ma tutto il manifatturiero e numerose altre piccole realtà aziendali che sono la linfa vitale del nostro territorio.
Se vogliamo far sì che, superato questo difficilissimo momento, le nostre imprese possano ripartire, dobbiamo sostenerle adesso. E’ una pura questione di lungimiranza e buon senso. Solo se le imprese sopravvivranno, passata la bufera si potrà cominciare a ricostruire e rimettere in moto l’economia locale.
Per molte di queste aziende, basta veramente poco. Perché tanti problemi di liquidità vengono loro dai ritardi nei pagamenti da parte dei committenti privati e pubblici (sappiamo tutti che le amministrazioni locali pagano talvolta dopo più di un anno) o, magari, da investimenti fatti in tempi recenti. Il loro “merito creditizio” non è sufficientemente buono solo se ci fermiamo alla superficie. Ma questo non è il momento per fermare lo sguardo alla siepe che limita l’infinito.
Dobbiamo avere il coraggio e la forza, tutti insieme (istituzioni, associazioni datoriali e sindacali e istituti bancari), di andare oltre. Dobbiamo avere a Pistoia la stessa forza di fare sistema che hanno avuto i nostri vicini pratesi. Dobbiamo muoverci insieme per salvare il nostro tessuto economico.
Se aiutiamo le nostre aziende, aiutiamo anche le famiglie. E se aiutiamo aziende e famiglie a ripartire, aiutiamo anche le banche.
Ma facciamo presto.