
Bilancio molto positivo, per la Stroke Unit di Pescia, dopo il primo anno di attività. Quest’area dedicata alla cura dei pazienti con ictus cerebrale in fase acuta, dopo un periodo di sperimentazione, ha iniziato poco più di un anno fa la sua attività ‘ufficiale’ all’interno del reparto di Medicina Interna del Cosma e Damiano. «I risultati sono molto incoraggianti - afferma Grazia Panigada, al timone del reparto dai primi del 2007 e nominata primario lo scorso Giugno – La nostra Stroke Unit è una unità con 4 letti forniti di monitoraggio automatico dei principali parametri vitali, dove i pazienti con ictus cerebrale, in aumento nel corso di questo anno (190 nei primi 8 mesi ndr), ricevono quelle particolari cure che si sono dimostrate in grado di determinare migliori risultati in termini di sopravvivenza e recupero».
Da una valutazione dei dati ottenuti in questi ultimi mesi, infatti, a fronte di una degenza più breve (7 gg anziché 10), risultano minori le complicanze (25% anziché 33%), migliore la prognosi in termini di sopravvivenza (mortalità minore del 10%) e recupero rispetto a quando il paziente veniva ricoverato in degenza ordinaria.
Nella Stroke Unit i pazienti ricevono assistenza qualificata ed adeguate misure di supporto col fine di prevenire e trattare correttamente le principali complicanze quali polmoniti, infezioni, trombosi venose, aritmie; migliore è anche la gestione della difficoltà di deglutizione, del bilancio idrico, della febbre, dell’ipertensione e della iperglicemia, con attenzione al corretto posizionamento, alla precoce mobilizzazione e alla rapida attivazione del percorso riabilitativo necessario.
Da una valutazione dei dati ottenuti in questi ultimi mesi, infatti, a fronte di una degenza più breve (7 gg anziché 10), risultano minori le complicanze (25% anziché 33%), migliore la prognosi in termini di sopravvivenza (mortalità minore del 10%) e recupero rispetto a quando il paziente veniva ricoverato in degenza ordinaria.
Nella Stroke Unit i pazienti ricevono assistenza qualificata ed adeguate misure di supporto col fine di prevenire e trattare correttamente le principali complicanze quali polmoniti, infezioni, trombosi venose, aritmie; migliore è anche la gestione della difficoltà di deglutizione, del bilancio idrico, della febbre, dell’ipertensione e della iperglicemia, con attenzione al corretto posizionamento, alla precoce mobilizzazione e alla rapida attivazione del percorso riabilitativo necessario.