
Utilizzare acqua del rubinetto, bottiglie e bicchieri in vetro in Palazzo comunale e nelle altre strutture gestite dal Comune. La proposta, contenuta in una lettera aperta indirizzata al sindaco e al presidente del Consiglio comunale è di Arcobaleno su Pistoia. I firmatari sono Giovanni Capecchi, Andrea Fusari e Lorenzo Lombardi. Capecchi e Fusari hanno illustrato la proposta alla stampa, caraffa e bicchieri d’acqua alla mano.
«Chiediamo al Comune – dice Capecchi – di sostituire l’acqua minerale in bottiglie, per lo più di plastica, con l’acqua del rubinetto in caraffa o in bottiglie di vetro riutilizzabili. Riteniamo infatti che proprio a partire dal Comune si debba diffondere una cultura dell’acqua pubblica, che già oggi è dichiarata potabile e della quale occorre garantire una sempre maggiore qualità».
«L’acqua potabile che arriva nelle case dei cittadini – aggiunge Fusari – non è un optional ma è un diritto, mentre la spesa che molte famiglie affrontano per procurarsi acqua minerale si configura come una vera e propria tassa su un bene vitale. Oltre a ciò, la nostra proposta nasce anche da una riflessione complessiva sul problema dei rifiuti, che riteniamo possa essere affrontato con serietà solo se si lavora con determinazione sulla riduzione alla fonte, sul riciclo e sulla racconta differenziata porta a porta. Ebbene, utilizzare l’acqua del rubinetto significa anche ridurre alla fonte i rifiuti. Basti pensare che, a questo proposito, il Comune di Pistoia spende per l’acquisto di acqua minerale 23mila euro l’anno, che corrispondono a 136mila bottiglie, per lo più in plastica, da smaltire».
«Chiediamo anche – riprende Capecchi – che sia verificata la possibilità di utilizzare acqua del rubinetto in tutte le strutture comunali, valutando con i tecnici di Publiacqua le caratteristiche degli impianti delle diverse scuole e utilizzando eventualmente i soldi risparmiati annualmente per installare piccoli impianti di depurazione che rendano l’acqua non solo potabile, ma anche gradevole».
«Chiediamo al Comune – dice Capecchi – di sostituire l’acqua minerale in bottiglie, per lo più di plastica, con l’acqua del rubinetto in caraffa o in bottiglie di vetro riutilizzabili. Riteniamo infatti che proprio a partire dal Comune si debba diffondere una cultura dell’acqua pubblica, che già oggi è dichiarata potabile e della quale occorre garantire una sempre maggiore qualità».
«L’acqua potabile che arriva nelle case dei cittadini – aggiunge Fusari – non è un optional ma è un diritto, mentre la spesa che molte famiglie affrontano per procurarsi acqua minerale si configura come una vera e propria tassa su un bene vitale. Oltre a ciò, la nostra proposta nasce anche da una riflessione complessiva sul problema dei rifiuti, che riteniamo possa essere affrontato con serietà solo se si lavora con determinazione sulla riduzione alla fonte, sul riciclo e sulla racconta differenziata porta a porta. Ebbene, utilizzare l’acqua del rubinetto significa anche ridurre alla fonte i rifiuti. Basti pensare che, a questo proposito, il Comune di Pistoia spende per l’acquisto di acqua minerale 23mila euro l’anno, che corrispondono a 136mila bottiglie, per lo più in plastica, da smaltire».
«Chiediamo anche – riprende Capecchi – che sia verificata la possibilità di utilizzare acqua del rubinetto in tutte le strutture comunali, valutando con i tecnici di Publiacqua le caratteristiche degli impianti delle diverse scuole e utilizzando eventualmente i soldi risparmiati annualmente per installare piccoli impianti di depurazione che rendano l’acqua non solo potabile, ma anche gradevole».