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Nella luce di Caravaggio. “dipingere di maniera, e con l’esempi avanti del naturale”

Nella luce di Caravaggio è un'inedita, sorprendente carrellata dentro l'universo del naturalismo caravaggesco popolato da artisti qualitativamente straordinari, spesso sconosciuti al grande pubblico, ma certamente non inferiori per invenzione e perizia tecnica al grande maestro lombardo. La mostra è anche l'occasione per vedere esposta la Maddalena addolorata di Caravaggio. Il percorso espositivo si apre sulle celebri parole del marchese Vincenzo Giustiniani, tratte dal Discorso sopra la pittura: “Duodecimo modo, è il più perfetto di tutti; perché è il più difficile; l’unire il modo decimo con l’undecimo già detti, cioè dipingere di maniera, e con l’esempi avanti del naturale, che così dipinsero gli eccellenti pittori della prima classe, noti al mondo; ed altri ai nostri dì il Caravaggio, i Carracci e Guido Reni, ed altri tra i quali taluno ha premuto più nel naturale che nella maniera, e taluno più nella maniera che nel naturale, senza però discostarsi dall’uno, né dall’altro modo di dipingere, premendo nel buon disegno, e vero colorito, e col dare i lumi propri e veri”. A fianco della Maddalena è esposta la Santa Cecilia, un capolavoro di Guido Reni inedito in Italia, opera giovanile del maestro bolognese che qui guarda decisamente al classicismo di Raffaello. Una mostra come quella proposta dal 30 novembre al 11 dicembre 2011 alla Villa Castello La Smilea non si è mai vista, e non solo in Italia. Il Comune di Montale (PT), la Libera Accademia di Studi Caravaggeschi, l’Associazione ONLUS “Un Cuore, Un Mondo” che l’hanno promossa, con il sostegno della Regione Toscana e della Provincia di Pistoia, l’hanno affidata a Pierluigi Carofano, docente di Fenomenologia del Restauro delle opere d'arte presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell'Università di Siena, specialista di pittura caravaggesca, che per l'occasione si è avvalso di un un comitato scientifico di grande levatura composto da Alberto Cottino (Università di Bologna), Franco Paliaga (Scuola di dottorato, Università di Udine), Marco Ciampolini (Accademia di Belle Arti di Carrara). Nel tentativo di dare una possibile “sistematizzazione” ad un argomento così complesso, i curatori hanno pensato ad una rassegna di dimensioni non straordinarie, proponendo quattro sezioni (I Maestri; “fare un quadro buono di fiori, come di figure”, “Dipinger di maniera”; “...e con l'esempio davanti al naturale”), una significativa campionatura, circoscrivendo a ventisette opere il percorso espositivo. I Maestri Una sala mozzafiato è quella che si presenta agli occhi del visitatore: al centro la Maddalena di Caravaggio, curva su sé stessa nell'atto di redenzione. Ai lati la Santa Cecilia di Guido Reni e il San Michele Arcangelo di Ludovico Carracci i due maestri bolognesi che contemporaneamente a Caravaggio sperimentavano una pittura di stampo naturalistico mediata da un diffuso classicismo. Fanno ala gli artisti contemporanei che condivisero il momento di passaggio dal tardomanierismo al naturalismo (Baglione, Cavalier d’Arpino, Tommaso Salini, Bartolomeo Manfredi).“fare un quadro buono di fiori, come di figure”Il filo conduttore della mostra è, ovviamente, Vincenzo Giustiniani. Egli, con estrema sensibilità si era espresso sul tema della pittura dei fiori: “Il saper ritrarre fiori ed altre cose minute, due cose particolarmente si richiedono: la prima, che il pittore sappia di lunga mano maneggiare i colori, e ch’effetto fanno, per poter arrivare al disegno vario delle molte posizioni de’ piccoli oggetti e alla varietà de’ lumi: e riesce cosa assai difficile unire queste due circostanze e condizioni a chi non possiede bene questo modo di dipingere, e sopra tutto vi si ricerca straordinaria pazienza: ed il Caravaggio disse che tanta manifattura gli era a fare un quadro buono di fiori, come di figure”. 
Il riferimento a Caravaggio non è casuale e di fatto segna l'investitura ufficiale, l'atto di battesimo della natura morta. La mostra propone ben cinque nature morte di ambito caravaggesco eseguite da Agostino Verrocchi, del Maestro della Natura morta di Acquavella, dell'enigmatico Cerquozzi.“Dipinger di maniera”In questa sala sono esposte opere di artisti il cui linguaggio tradisce la formazione tardo manierista, ma che si sono poi convertiti al naturalismo come Orazio Gentileschi, Antiveduto Gramatica, Rutilio Manetti e Orazio Riminaldi. Nelle loro opere si scorge un'attenzione calligrafica all'anatomia degna di un artista formatosi in ambito accademico ma capace poi di inaspettate aperture naturalistiche come nello strepitoso Buon Samaritano di Orazio Riminaldi.“...e con l'esempio davanti al naturale”Chiude la mostra la sezione degli artisti ormai consapevoli del naturalismo e capaci di operare su entrambi i registri come Bartolomeo Manfredi e lo stesso Orazio Riminaldi. Una vera scoperta è l'inedito Autoritratto di Artemisia in veste di Santa Caterina d'Alessandria, esposto a Villa La Smilea per la prima volta ed eseguito su tavola.“ La mostra Nella luce di Caravaggio, a cura del prof. Pierluigi Carotalo, docente presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena, organizzata nel suggestivo spazio espositivo di Villa Smilea a Montale, edificio restituito al pubblico dopo un accurato restauro grazie anche ad un contributo della RT, si propone come un’iniziativa di qualità scientifica e culturale originale ed accattivante per far conoscere e divulgare sul territorio opere d’arte altrimenti poco note al grande pubblico, anche inedite, sulla ‘maniera’ del naturalismo caravaggesco – commenta l’Assessore alla Cultura della Regione Toscana, Cristina Scaletti - Questa iniziativa si pone dunque in perfetta linea con l’obiettivo della Regione Toscana di avvicinare sempre più persone a questo complesso mondo dell’arte, attraverso la promozione di eventi di alto valore educativo e culturale. La sfida è costruire un vero e proprio sistema regionale per l’arte che possa contribuire alla crescita formativa della società civile” .“Una mostra originale, che va alla scoperta del naturalismo caravaggesco, fatto di abilità tecnica da un lato e di profonda umanità dall’altro – commenta l’Assessore alla cultura della Provincia di Pistoia, Chiara Innocenti - Oggi nell’era tecnologica, dove per catturare l’istantanea di un’immagine basta premere un pulsante, sembra quasi scontata la capacità di cogliere e raffigurare la verità del reale. Eppure l’arte dei caravaggisti, con il suo realismo pronto a immortalare la natura delle cose e degli uomini, ha rappresentato una frattura, suscitato polemiche e ancora oggi genera profonda emozione e commozione. Come Provincia abbiamo sostenuto con convinzione questa iniziativa che offre anche una finalità sociale, certi che valorizzare la conoscenza e la cultura significa investire sul valore umano e sulla crescita della società in un momento in cui si sente il bisogno di valori forti e condivisi”.“Questa mostra ha principalmente finalità di raccolta fondi a favore dell’Associazione Un Cuore, Un Mondo, alla quale andranno gli utili della manifestazione – afferma il Sindaco di Montale, David Scatragli – ma è anche un primo appuntamento per i Grandi Eventi legati all'arte con i quali l'Amministrazione comunale, in accordo con gli altri Enti Locali e con le realtà del territorio, intende valorizzare risorse umane, professionali e ricettive d'eccellenza presenti nel Comune. La mostra Nella luce di Caravaggio - dipingere di maniera, e con l’esempi avanti del naturale - unisce il rigore scientifico al prestigio di un progetto sviluppato ponendo attenzione ad un tema, quello della pittura caravaggesca, fortemente sentito e accessibile al grande pubblico. Realizzare un progetto come questo in tempi di crisi è un grande segnale d’impegno da parte delle Istituzioni, dell’Associazione, dei prestatori e dei curatori, uniti per continuare a produrre stimoli e cultura per il grande pubblico, nella convinzione che sia il migliore investimento possibile”.

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