Sedici capolavori, realizzati da Giovanni Boldini durante gli anni toscani del periodo macchiaiolo (1864-1871), provenienti da collezioni private e da pubblici musei, esposti al Museo dell'Antico Palazzo dei Vescovi di Pistoia, gestito dalla Cassa di risparmio di Pistoia e della Lucchesia (Gruppo Intesa San Paolo), nell'anno di Pistoia capitale italiana della cultura. La mostra, "Giovanni Boldini. La stagione della Falconiera", uno degli eventi di punta di Pistoia Capitale, presentata oggi alla stampa, apre al pubblico domani alle ore 17 e sarà visitabile fino al 6 gennaio 2018.
L'esposizione, è stata curata da Francesca Dini con la collaborazione di Andrea Baldinotti e Vincenzo Farinella. Il titolo della mostra prende ispirazione da un ciclo di pitture murali a tempera che Giovanni Boldini ha eseguito durante il suo periodo toscano, sul finire degli anni sessanta
dell'Ottocento, presso la Villa La Falconiera, sulle colline pistoiesi, che apparteneva allora alla mecenate inglese Isabella Fa1coner. Tra le opere esposte 'Marina' (1870) custodita a Milano, i ritratti di Telemaco Signorini (1870) e di Cristiano Banti (1866), custoditi presso la Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze, artisti legatissimi al Boldini, tanto da averlo sostenuto e promosso non solo durante il suo soggiorno toscano; l'innovativo, per posa e colori, 'Giovane paggio che gioca con un levriero' (1869); il raffinato ritratto di 'Alaide Banti in abito bianco' (1866) e il superbo ritratto del 'Generale Spagnolo', eseguito durante l'inverno trascorso in Costa Azzurra con la signora Falconer, tra novembre 1867 e marzo 1868 e considerato il capolavoro che ha proiettato il giovane Boldini nell'emisfero dei più grandi ritrattisti di tutti i tempi.
L'esposizione, è stata curata da Francesca Dini con la collaborazione di Andrea Baldinotti e Vincenzo Farinella. Il titolo della mostra prende ispirazione da un ciclo di pitture murali a tempera che Giovanni Boldini ha eseguito durante il suo periodo toscano, sul finire degli anni sessanta
dell'Ottocento, presso la Villa La Falconiera, sulle colline pistoiesi, che apparteneva allora alla mecenate inglese Isabella Fa1coner. Tra le opere esposte 'Marina' (1870) custodita a Milano, i ritratti di Telemaco Signorini (1870) e di Cristiano Banti (1866), custoditi presso la Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze, artisti legatissimi al Boldini, tanto da averlo sostenuto e promosso non solo durante il suo soggiorno toscano; l'innovativo, per posa e colori, 'Giovane paggio che gioca con un levriero' (1869); il raffinato ritratto di 'Alaide Banti in abito bianco' (1866) e il superbo ritratto del 'Generale Spagnolo', eseguito durante l'inverno trascorso in Costa Azzurra con la signora Falconer, tra novembre 1867 e marzo 1868 e considerato il capolavoro che ha proiettato il giovane Boldini nell'emisfero dei più grandi ritrattisti di tutti i tempi.